martedì 12 gennaio 2016

C'E' POSTA PER TE, LA DIVINA COMMEDIA, DANTE E QUALCHE LACRIMUCCIA

Non esprimermi su quella storia di ‘C’è Posta per Te’ dell’altra sera, durante la quale un padre ha praticamente rinnegato sua figlia, in questi giorni di sponsorizzazione del mio libro ’28 giorni – storie di madri’ è un pò come sentire un bambino piangere e non prenderlo in braccio.
 Ora, i cari amici della ben nota ‘intellighenzia’, diranno ‘ma che ti vedi C’è posta per te?’, oppure ‘ma guarda sulla Rai c’è Benigni che recita la Divina Commedia’. Sorvolo su quello che penso di Benigni che recita (?) Dante, perchè altrimenti potrei ‘offendere’ gli amici di cui sopra e indurli ad inserirmi di diritto nel regno dell’Inferno, proprio lì in fondo all’imbuto, ma a loro rispondo: “Ebbene si, cari amici, a noi mamme, capita di dare una sbirciatina fugace al programma, così come siamo -  dopo una giornata di giochi, pappe, canzoncine e pannolini -  alla ricerca di un pò di leggerezza, intesa come impegno mentale pari a zero e perchè no, di un pò di commozione”. Ebbene si, io sono tra quelli che una lacrimuccia la butta giù di fronte ad una storia strappalacrime, di fronte all’abbraccio appassionato tra la mamma anziana e sua figlia che non vede da tempo, di fronte a quegli affetti che dovrebbero – e dico dovrebbero – essere universali.
Ma a quanto pare universali non sono. Il legame tra un padre e una figlia, ‘dovrebbe’ essere speciale, qualcosa di inossidabile, che neanche il tempo, i dissidi, le nuove mogli, possono logorare. Sei un padre, dal momento che tuo figlio è nel grembo materno e – a dispetto di chi sostiene che il legame vero tra padre e figlio si instaura solo dopo, quando il figlio cresce e vede in lui il suo mito, l’eroe da imitare – la figura paterna è importante per suo figlio sin dall’inizio, perchè è tra le sue braccia che trova la vera sicurezza. In quelle della mamma, il rifugio, la protezione.
Poi, la vita è strana. Accadono mille cose, magari una separazione dolorosa.
Ma un figlio deve stare lì, al suo posto. Un figlio non si tocca. Un figlio non si rinnega. Gli si deve camminare accanto, mai un passo avanti, mai un passo indietro. 
E tu che hai deciso di rinnegare tua figlia, in  nome di un amore zerbino e malato, non sei un padre, non sei un uomo, non sei umano.  Il linciaggio mediatico è poca cosa. Dante non avrebbe dubbi su dove collocarti. Almeno su questo – credo - gli amici dell’intellighenzia non avranno ragioni per dissentire.


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